“Questo è per te…” E il padre, coperto di polvere e calcinacci, scoppia a piangere. Un lungo interminabile abbraccio che commuove la rete


E poi ci sono le storie che vale la pena raccontare. Ha per protagonista un uomo e sua figlia. Lui, che ha da un po’ passato i cinquanta e il viso rovinato dalla polvere del cantiere e lei, bellissima, che di anni ne ha meno della metà con i tacchi ai piedi e un elegantissimo vestito. Entra, tra gli sguardi sospettosi degli operai all’interno del posto di lavoro del padre, tra betoniere e impalcature. E poi prende la parola, stringendo la tesi di laurea in mano: “Questa realizzazione appartiene anche a te e alla mamma, che con il vostro lavoro ci avete permesso di studiare”. Parole che si sono sciolte in un lungo interminabile abbraccio che ha commosso la rete. Un ringraziamento di cuore. Di fatti e non parole. Diverso da quelli che siamo abituati a vedere che ha invaso le tesi di laurea. All’inizio, o alla fine dell’elaborato, ci sono righe e righe di dediche che coinvolgono tutti: dal nonno novantenne al nipotino neonato, dall’amica del cuore alle colleghe dell’università. (Continua dopo la foto)



E poi dalle sorelle ai fratelli, e poi i vicini, i portieri, i bidelli, e anche gli animali di casa. Un tempo si ringraziavano bibliotecari ed emeroteche, fondazioni e professori, oggi invece si ringraziano tutti. Ci sono tesi di laurea che contengono oltre una pagina fitta di nomi. In un elaborato ho letto persino il ringraziamento alle maestre della scuola elementare, ai professori delle medie e del liceo, e al parroco. Un altro segno dei tempi? Probabilmente sì. (Continua dopo la foto)






 


Nel mondo accademico, cui appartiene il genere «tesi di laurea», i ringraziamenti ci sono sempre stati, ma a docenti, centri di ricerca, fondazioni, ecc. Trenta o quarant’anni fa i ringraziamenti con nomi e nomignoli si leggevano nelle buste dei dischi di gruppi musicali; poi sono migrati nei libri degli scrittori. Nelle tesi di oggi si leggono ringraziamenti che mobilitano la sfera emotiva e sentimentale, il privato, insomma, ed entrano, senza che nessuno se ne meravigli più. (Continua dopo il video)

Nel documento che certifica il raggiungimento di un titolo legale di studio. Un costume che più che attestare il raggiungimento di uno status d’autore, aver scritto un quasi-libro, mostra invece un’inclinazione televisiva. Leggere quei ringraziamenti è come ascoltare, o vedere, il ragazzo e la ragazza che si sporge dallo schermo e saluta tutti quelli che l’hanno aiutato ad arrivare sin lì.

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