Dà alla luce la sua bimba, ma quel che le succede poco dopo è vero horror


Una storia dell’orrore che facciamo fatica a raccontare. Ma è bene sapere fin dove può spingersi la follia degli esseri umani. Protagonista di questa vicenda raccapricciante è l’autore canadese di horror a fumetti Blake Leibel, 37 anni. La vicenda risale al maggio del 2016 ma se ne è tornati a parlare perché Leibel mercoledì 20 giugno 2018 è andato in tribunale e, davanti al giudice, ha raccontato cosa ha fatto nei minimi dettagli. Martedì 26 giugno l’uomo sarà condannato all’ergastolo solo perché l’accusa non ha chiesto la pena di morte. Ma capiamo i fatti atroci che, ne siamo certi, vi faranno venire i brividi. Blake Leibel ha ucciso la compagna che aveva appena partorito sua figlia. L’ha uccisa dopo averla torturata, l’ha mutilata, l’ha fatta morire dissanguata e, con una calma che fa paura, ha aspettato che dal corpo della giovane, uscisse l’ultima goccia di sangue. Poi, sempre con estrema calma, l’ha coperta. Accanto a lei la bambina che aveva partorito da poche settimane. Continua a leggere dopo la foto



Davanti al giudice Leibel ha raccontato nel dettaglio ciò che ha fatto apparendo per nulla pentito del suo gesto disumano ai danni della compagna, la donna che diceva di amare e che era la madre di sua figlia. Ma c’è una cosa che rende tutta la situazione più agghiacciante: tutto quell’orrore che Blake ha riversato sulla fidanzata ucraina di 30 anni Iana Kasian, era già stato scritto. Da lui, naturalmente. Lei, però, non aveva dato peso alla cosa. Cosa? Il gesto che lo scrittore ha compiuto era già stato scritto in “Syndrome”. Continua a leggere dopo la foto






La storia – del 2010 – termina con l’immagine di una mano che cola sangue e la didascalia: “Alla fine, diventiamo tutti mostri”. Ma di certo la povera Iana non poteva immaginare che sarebbe diventato un mostro anche il suo compagno. Non immaginava che l’avrebbe uccisa in quel modo barbaro nel loro lussuoso appartamento di West Hollywood. La ragazza fu trovata dalla polizia sotto la coperta con accanto la bimba. Aveva il volto scuoiato, un orecchio tagliato (poi ritrovato nella spazzatura), morsi e ferite ovunque. Continua a leggere dopo la foto



 


Le ferite erano fino all’osso, era stata mutilata e aveva il cuoio capelluto strappato. Neanche una goccia di sangue nel suo corpo. Durante il processo quella violenza è stata definita dai patologi un precedente in termini di brutalità.
Blake, figlio di un magnate dell’edilizia, Lorne Leibel, che in gioventù partecipò alle Olimpiadi del 1976 nella squadra canadese, si è sempre dichiarato non colpevole e alla lettura della sentenza è rimasto impassibile.

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