“È terribile”. Rapito da neonato e ritrovato dopo due anni. Ma da adulto scopre la verità sui genitori


 

Quella che vi stiamo per raccontare è una storia che ci arriva dall’altra metà del mondo. E non parliamo di continenti e geografia, ma della metà più oscura, quella in cui la mente umana rende plausibile rapire un bambino, a poche ore dalla sua nascita. La vicenda, che sembra un film a cui manca il finale, è talmente assurda da essere più volte presa per falsa. Eppure è tutto vero: tutto corrisponde alla realtà. Ma partiamo con ordine. Il 26 aprile del 1964 nasce un bambino all’ospedale di Chicago. È figlio di Dora Fronczak e di Chester Fronczak. La donna aveva appena partorito e aveva tenuto con sé il bambino tutto il giorno fino a quando un’infermiera aveva preso il neonato, dicendo alla madre che il pediatra doveva visitarlo. Da quel momento nessuno ha più avuto notizie di quella infermiera e del neonato. Diverse ore dopo Chester ricevette una telefonata direttamente dove lavorava: suo figlio era scomparso. Iniziarono quindi le ricerche del piccolo, forse la più imponente ricerca di persone scomparse nella storia di Chicago. Ma di Paul Joseph nessuna traccia. La buona notizia per la famiglia Fronczak arriva due anni dopo: nel New Jersey era stato ritrovato un bambino che corrispondeva alla descrizione del piccolo scomparso. Questo bambino era stato abbandonato in un passeggino in un centro commerciale quasi un anno prima ed era poi stato dato in affidamento a una famiglia. (Continua dopo la foto)



Una famiglia che avrebbe voluto adottarlo, ma la polizia locale pensò potesse trattarsi del famoso neonato rapito a Chicago e avvisò i genitori. Genitori che, pur non avendo la certezza che quel bimbo fosse davvero Paul Joseph, decisero di portarlo a casa ignorando ogni dubbio. “È figlio nostro, lo sappiamo”, più una sorta di convincimento che la realtà vera e propria. Il piccolo cresce felice, con due ottimi genitori, che all’età di dieci anni sono costretti a dirgli qualcosa riguardo il suo passato. Il bambino infatti trovò una scatola in casa contenente lettere, messaggi e articoli di giornale. Nelle foto riconobbe i suoi genitori e, dopo aver letto la storia del rapimento, chiese altre informazioni alla madre che però tagliò corto: “Sì, sei stato rapito, ti abbiamo ritrovato, ti vogliamo bene e questo è tutto ciò che devi sapere”. (Continua dopo la foto)






Il bambino “si accontenta” di quella spiegazione e per anni non ne parla più. Poi però da adulto quella questione riaffiora perché la moglie resta incinta e i medici hanno bisogno di informazioni sul quadro clinico dei due genitori. A quel punto l’uomo, che ormai da tempo aveva iniziato a nutrire seri dubbi sulla sua identità soprattutto perché si era accorto di essere molto diverso dai suoi genitori, decide di sottoporsi a un test del Dna. Un test che gli conferma a 46 anni quello che forse già tutti sapevano: non era quel bambino rapito dopo il parto alla donna che lo ha cresciuto. Sorpresi? Ma non è finita. “Tutto quello che sapevo su di me svanì in un secondo e io non sapevo più chi fossi”, ha raccontato l’uomo alla Bbc spiegando che a quel punto ha deciso di voler andare fino in fondo e conoscere i suoi veri genitori. (Continua dopo la foto)



 


Grazie a un team di volontari nel 2015 l’uomo ha rintracciato e incontrato la sua vera famiglia, i Rosenthal. Ha scoperto tra le tante cose che il cugino è un musicista come lui e ha saputo che la madre aveva problemi di abuso di alcol e il padre era un uomo violento. Inoltre, ha saputo di avere una gemella, Jill, anche lei scomparsa misteriosamente. Insomma, consapevole che i Fronczak non erano i suoi veri genitori ha capito che forse senza saperlo lo avevano salvato. Per il momento l’uomo ha mantenuto il suo nome e ha anche ingaggiato un investigatore privato perché ritrovi il vero bambino rapito di Chicago e sua sorella Jill. Come finirà questa storia? Se ci fosse ancora Philiph Roth, forse, saprebbe dirci come finirebbe questa privatissima “pastorale americana”. Ma dovremmo accontentarci della verità. Quando? Nessuno lo sa, forse mai.

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