Nonno Domenico sostiene l’esame di terza media a 83 anni. “L’ho fatto per i miei nipotini: ora potrò leggere loro le favole”


Si chiama Domenico Di Bartolomeo, ha 83 anni e per tutti, ormai, è solo Nonno Domenico. L’uomo, di Corato (Bari), nonostante gli acciacchi dell’età e ”alcuni vuoti di memoria”, ha sostenuto l’esame di terza media, come ha raccontato Repubblica. Questa è l’incredibile vicenda del sig. Di Bartolomeo. Per Nonno Domenico è stato un traguardo, quasi un sogno. “Anziché giocare a carte, che è anche un vizio balordo, ogni sera, dal lunedì al venerdì, andavo a scuola per 2 ore e mezza” ha raccontato a Open.

“L’ho fatto non solo per conoscere nuova gente ma anche per tenere allenata la mente. I miei nipoti mi hanno incoraggiato tantissimo. Prima avevo difficoltà a leggere e scrivere, mi sentivo a disagio con loro. Adesso è cambiato tutto: finalmente posso leggere le favole”. Una soddisfazione personale per l’83enne che non ha di certo intenzione di trovare un lavoro alla sua età anche perché “ha già fatto molti sacrifici prima trasferendosi in Germania e poi facendo l’autista a Corato”. (Continua dopo la foto)



Nonno Domenico – ha raccontato – non andava a scuola da 74 anni. All’epoca – ricorda – si stava in quattro in un solo banco. Ora, per conseguire la terza media, ha studiato italiano, matematica, scienze, francese e tecnologia: ha affrontato con profitto tutti gli esami, compresi gli orali. “È andata bene – ci dice soddisfatto – sono anche stato il primo a sostenerli”. La sua fortuna? “Ripetere la sera, con calma, insieme alla moglie e alle figlie”, ci confida. (Continua dopo la foto)






Domenico era circondato dai colori di tutto il mondo. “Il primo della classe è Pepejean, uno studente universitario scappato dalla Costa d’Avorio – racconta la prof Maria Pansini – C’è una signora che è tornata a Corato dal Venezuela dopo i recenti disordini. E ancora, c’è Eduard che sa scrivere con ironia, c’è Aldo che ha 17 anni e ha scritto un tema simpatico descrivendo sua madre e poi c’è Arcangela, che ha scritto una toccante lettera a suo nonno che non c’è più. Ci sono Anna, Mario, Savino, Maria e Filippo che da genitori si sono messi in gioco ad una età non semplice per tornare tra i banchi di scuola. (Continua dopo la foto)



 


Donason e Abdul se la sono cavata con un italiano ancora incerto ma con l’impegno di chi vuole migliorare, Vincenzo è venuto a scuola con le mani screpolate dal duro lavoro in campagna, Tommaso arrivava dopo il turno in fabbrica, Giuseppe e Raffaele ora sperano in un lavoro migliore, più stabile. La sola nota stonata è stata non poter ammettere agli esami Yaya, purtroppo aveva il permesso di soggiorno scaduto”. Che bella l’Italia dell’integrazione e della scuola.

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