Liliana, malata e sfrattata: “Sciopero della fame finché non avrò un tetto per i miei figli”


Liliana Vasilache è “una mamma disperata” che ha preso una decisione estrema. La donna, di origine romena ma in Italia dal 2005 e in regola dal 2007, è malata, ha due figli minorenni e vive in una situazione che lei stessa definisce paradossale. Per questo motivo, sentendosi abbandonata dalle istituzioni: per anni, sostiene lei, le sue richieste inascoltate a Comune e ai servizi sociali, dal 13 marzo è in sciopero della fame e ha interrotto la chemioterapia, come racconta Gian Nicola Pittalis su Il Messaggero.

“Sono in sciopero della fame perché abbandonata dalle istituzioni – racconta Liliana, che vive a Marghera, in provincia di Venezia – Mi sento ogni giorno più debole ma non mollerò finché qualcuno non interviene”. La donna ha sempre lavorato e pagato le tasse poi, nel 2010, è arrivata la diagnosi che ha coinciso con l’inizio del suo calvario: un tumore mammario in metastasi ossea che l’ha resa “invalida al 100% con inabilità lavorativa”. (Continua dopo la foto)



“Viviamo in tre con la mia pensione e l’assegno di cura del Comune di 700 euro – continua a raccontare Liliana – Nel 2017 ho fatto richiesta per la cittadinanza italiana ma dopo tre chiamate per l’intervista e la documentazione, la richiesta è ancora ferma in prefettura a Venezia”. Anche sul fronte vita privata non è stata fortunata: “Nel 2007 ho conosciuto quello che nel 2011 è diventato mio marito. Ma di quell’uomo non è rimasto niente. Si è rivelato bugiardo e violento”, dice ancora a Il Messaggero. (Continua dopo la foto)






Liliana spiega di averlo denunciato 4 volte per violenza familiare e quando nel 2012 è stato colto in flagranza di reato dopo averla minacciata di morte davanti alla polizia, è stato arrestato e rimesso in libertà con una diffida di allontanamento di 6 mesi. Ma Liliana aspetta ancora il processo di separazione e penale. “Vivo nell’appartamento di sua proprietà. Ho pagato, con i miei risparmi, quasi tutte le rate del mutuo, con ricevuta a nome mio perché lui non lavorava ma, secondo la legge, non ho alcun titolo, anche se sposati e in comunione di beni. Lui è andato in banca, ha dichiarato che non abitava più qui e che la banca poteva fare ciò che voleva”. (Continua dopo la foto)



 


Quindi le hanno pignorato la casa e l’hanno messa in vendita: “Ora, malata e con due figli, ho uno sfratto esecutivo, faccio fatica a fare la spesa e pagare le bollette. Andrò avanti con lo sciopero della fame fino a quando non avrò un contratto e la sicurezza di un tetto sulla testa”, conclude Liliana, che come detto è in sciopero della fame da quasi un mese e ha interrotto la chemioterapia e chiede aiuto per una vita dignitosa.

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