Dolce vero? Ha 11 mesi ed è ‘neutro’. Né maschio né femmina per ‘volere’ della madre


Si chiama Ari Dennis, ha 30 anni e un figlio di 11 mesi di nome Sparrow. Suo figlio ha una particolarità. Quale? È “neutro”. In che senso? Rispetto al genere. In pratica la madre non lo sta crescendo né come maschio né come femmina: vuole che sia lui (o lei) a decidere se sarà maschio o femmina. Quando chiama Sparrow usa il pronome “theyby”, quello neutro, appunto, ormai usato da comunità sempre più in crescita specialmente negli USA.

Il termine si riferisce a bambini anatomicamente definiti ma genderisticamente aperti alle possibilità che la vita presenterà loro. Cioè hanno un organo genitale preciso ma i genitori non vogliono che quell’organo possa condizionare la loro vita. Vogliono che siano loro, da grandi, a decidere se vorranno vivere da uomini o da donne. Beh, in effetti si tratta di una scelta discutibile ma ormai certe cose normali… Ari ha detto che vuole che suo figlio prenda in considerazione “tutte le proprie opzioni” prima di decidere se essere uomo o donna. Continua a leggere dopo la foto



Sul certificato di nascita di Sparrow? C’è scritto “sesso sconosciuto”. Ari ha anche un’altra figlia che si chiama Hazel e che a 4 anni ha “scoperto” il suo sesso. “Non abbiamo assegnato un sesso alla nascita, il che significa che quando sono nati, avevano genitali, sappiamo se da quel punto di vista sono maschi o femmina, ma abbiamo solo scelto di riconoscere che quei genitali non indicano nulla sul genere ” ha detto la donna all’emittente WTSP. Continua a leggere dopo la foto






Ari è convinta di quel che fa e lo fa per il bene dei suoi figli. “Non impediamo in alcun modo a Sparrow di avere un genere, e non lo stiamo costringendo a far parte di genere piuttosto di un altro. Non lo abbiamo assegnato alla nascita, il che significa che quando sono nati hanno avuto genitali e sappiamo cosa sono”. Anche la piccola Hazel è intervenuta durante l’intervista. Ovviamente ha parlato del suo amato fratellino. Cosa ha detto. Continua a leggere dopo la foto



 

“Lui è il mio piccolino, non mia sorella o mio fratello”, ormai per Hazel questa è la normalità… E Ari ha concluso: “Vogliamo che facciano esperienza di tutti i generi, quindi vanno in pubblico e la gente li tratta come una bambina oppure con un bambino o anche come qualcuno che non si può dire. Ciò mostra loro quali sono le diverse opzioni”. E voi che ne pensate? Vi sembra una cosa ragionevole?

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