“Ti spezzo…”. Italia, un’altra casa di riposo choc. Ecco come trattavano gli anziani


L’operazione è scattata poco prima dell’alba. Una quarantina di carabinieri dei Nas di Bologna e della Compagnia carabinieri di Riccione, unitamente al pubblico ministero Paolo Gengarelli titolare dell’inchiesta, si sono presentati alla casa di riposo “La collina”. In manette sono finiti Luisa Bulli, titolare della struttura e condotta in carcere, sono state disposte misure cautelari per cinque persone che lavoravano nel centro.

Si tratta di Bruno Riccardo V. G. infermiere, 56enne di Foggia, S. P. I. operatrice s.s. di origini bulgare, 48enne, F. M. L. di origini senegalesi, infermiere, 52enne, S. T., operatore s.s., 33enne di Pesaro, V. A. operatore s.s., 27enne di Napoli, K. N. operatrice. s.s.di origini albenesi, di 38 anni. Di loro, un’infermiera è attualmente agli arresti domiciliari, per gli altri quattro è scattato l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. (Continua dopo la foto)



Agli indagati sono contestati i reati di maltrattamenti fisici e psichici, abbandono di persone inferme, lesioni e percosse, falsità ideologica in certificati e cartelle cliniche, esercizio abusivo della professione sanitaria di infermiere, in danno di anziani ospiti di una casa di riposo; inoltre non avrebbero somministrato le terapie farmacologiche previste dai piani terapeutici dei pazienti mentre in altri casi sarebbe stata fornita una massiccia somministrazione di medicinali a base di benzodiazepine o molecole similari al di fuori delle terapie prescritte. (Continua dopo la foto)






Oltre che atti di violenza fisica e psicologica consistiti in percosse, minacce e ingiurie. Gli ospiti della casa di riposo venivano sovente abbandonati tra feci, urine e sporcizia, presi a calci, sedati con tranquillanti che non erano mai stati prescritti, mentre i farmaci necessari alla cura dei mali che li affliggevano non erano mai garantiti. Due ospiti sono stati subito trasferiti all’ospedale di Riccione in seguito all’arrivo dei carabinieri, poiché necessitavano di cure urgenti. (Continua dopo la foto)



 

Emblematica una domanda posta a Luisa Bulli da un amministratore di sostegno: “Hai posto per un altro vecchio nel tuo lager?”. Ma anche le altre intercettazioni sono impietose: “Se suoni il campanello ti spezzo le gambe”, “Se suoni spacco il campanello e te lo ficco in gola”. E infine: “Quella volta che ho dato i calci nelle palle a quell’anziano c’eri anche tu…”. Frasi che non lasciano spazio a interpretazioni.

Maria Luisa Bulli era già stata arrestata nel 2001 per reati analoghi nella stessa casa di riposo cui è stato cambiato solamente il nome. La struttura socio assistenziale per anziani, al termine delle operazioni di sequestro, è stata affidata in amministrazione controllata all’Ausl Romagna.

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