Escono per una passeggiata: mamma e figlia di 10 mesi letteralmente sbranate


Una passeggiata nel bosco, l’aria che purifica i polmoni e i ruscelli che la stagione invernale gonfia. Doveva essere una giornata di relax ma poi un incontro terribile: un orso, probabilmente di grandi dimensioni. Un attacco fulmineo e per una mamma 37enne e la figlia di 10 mesi non c’è stato nulla da fare. Succede in Canada, nel territorio dello Yukon. Vittime di un orso Grizzly Valerie Theoret e la piccola Adele. A trovarle morte è stato il papà della bimba, Gjermund Roesholt, nella loro capanna in montagna.

Valerie, insegnante in una scuola elementare, era in congedo di maternità. Gjermund era andato a fare una passeggiata quando è tornato e vicino alla capanna è stato attaccato da un orso, presumibilmente lo stesso animale: ha reagito sparando e uccidendolo, ma appena rientrato ha trovato i corpi della moglie e della figlioletta, senza vita, scrive il Telegraph. La baita era stata acquistata dalla famiglia tre anni fa: «Spesso passavano del tempo lì, ma Valerie non poteva farlo spesso perché aveva il suo lavoro di insegnante», ha raccontato Remy Beaupré, un amico di famiglia, alla CBC. (Continua dopo la foto)



«Dato che era in congedo di maternità, era una buona occasione per stare insieme con tutta la famiglia». Marito e moglie, racconta Remy, erano «esperti e ben preparati». Il lutto per la scomparsa di Valerie è arrivato anche nella sua scuola, dove staff e alunni sono rimasti sconvolti per l’accaduto. Le aggressioni mortali all’uomo da parte degli orsi sono in aumento. (Continua dopo la foto)






Uno studio recente americano, che prende in considerazione le aggressioni da parte di Ursus americanus (più piccolo e meno aggressivo del Grizzly), mostra che nella maggior parte dei casi l’aggressione all’uomo è finalizzata alla predazione. Gli autori hanno analizzato 59 incidenti con 63 vittima umane tra il 1900 e il 2009 concludendo che, nel caso dell’orso nero del Nord-america deve essere rigettata la convinzione che il pericolo maggiore per l’uomo sia costituito dall’incontro con la femmina con prole. (Continua dopo la foto)



Sono i maschi che attaccano nella maggior parte dei casi. In Europa, per fortuna, non disponiamo di una casistica tale da consentire studi di questo tipo ma sarebbe oltremodo superficiale non considerare l’insieme di questi dati.

Le differenze di comportamento nel confronto dell’uomo dipendono principalmente dal timore che gli animali nutrono per esso. Laddove la persecuzione è stata più capillare e duratura, come in Europa, il comportamento tende ad essere più schivo. O almeno tendeva. L’orso animale intelligentissimo si rende conto perfettamente che le interazioni con gli umani sono convenienti e non pericolose e di generazione in generazione si fanno più sfrontati.

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