Morto in vacanza a 38 anni. Era partito per festeggiare la fine della chemioterapia


Il cancro aveva bussato alla sua porta con tutta la sua carica distruttiva. Aveva aggredito l’intestino senza pietà, attaccando e distruggendo ogni cellula: ogni frammento del suo corpo. Jon ha combattuto. Ha preso il cancro per le corna e lo ha messo in un angolo, almeno credeva di averlo fatto. E così, quando l’ultimo ciclo di chemioterapia è arrivato alla conclusione ha deciso di concedersi un viaggio con il suo fidanzato per festeggiare. Per assaporare la vita lontano dal cancro e dagli ospedali. Ma una volta arrivati in Madagascar, a migliaia di chilometri da casa, la malattia non gli ha dato scampo ed è morto dopo pochi giorni.

Non era la fine della battaglia contro il cancro, come racconta il Daily Mail. Jon si sarebbe dovuto operare a breve, ma le incertezze sull’esito dell’intervento, la lunga convalescenza e le difficoltà che ne sarebbe conseguite, avevano convinto la coppia a concedersi qualche giorno di tranquillità sull’isola di Riunione nell’Oceano Indiano, 500 chilometri a est del Madagascar. (Continua dopo la foto)



Sembrava tutto nella norma poi Jon ha accusato un malore e le sue condizioni di Jon sono peggiorate velocemente. La corsa all’ospedale è stata immediata ma, dopo una serie di analisi, è arrivata la notizia: un fulmine a ciel sereno, il cancro era lontano dall’essere sconfitto. L’ecografia aveva evidenziato che il cancro era tornato e la situazione si era aggravata. (Continua dopo la foto)






La famiglia ha subito organizzato una raccolta fondi per riuscire a pagare il rientro di Jon in Scozia. In poche ora all’appello hanno risposto molti benefattori, riuscendo a raccogliere circa 30mila euro. Ma le brutte notizie non erano finite: McAllister era troppo debilitato per poter salire su un aereo, ed è stato lui stesso a comunicarlo a casa. (Continua dopo la foto)



 


In poco tempo la situazione è precipitata e la malattia ha avuto la meglio. “Jon Paul ha combattuto con tute le sue forze contro questo male terribile per nove mesi – ha annunciato la famiglia – ma ora è in pace”.
Il problema ora è riuscire a ottenere il rimpatrio della salma. “Eravamo a un passo dal riuscire a far rientrare Jon in Scozia per le cure, abbiamo pagato le spese per il soccorso sanitario in aereo. Purtroppo non abbiamo fatto i tempo, e il servizio non è rimborsabile”. Per questo la famiglia ha dovuto aprire nuovamente la raccolta fondi per riuscire a far tornare Jon a casa un’ultima volta.

Dietro le quinte del potere Business.it

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