È stata la nonna paterna del bambino a denunciare l’accaduto e ad aver deciso di far girare in rete il video prima di rivolgersi direttamente alle autorità: secondo la sua testimonianza, avrebbe ricevuto il filmato sul proprio cellulare tramite “Whatsapp” con una nota di accompagnamento che recitava “Vieni a farmi pranzare, nonna! Sto cercando di arrangiarmi con un piccolo spuntino”. Un bimbo di due anni con difficoltà di apprendimento sarebbe stato costretto a mangiare il cibo del cane nella ciotola, mentre la mamma lo riprendeva ridendo con il cellulare. Le immagini choc hanno fatto il giro del web. È accaduto a Trindade, nello stato brasiliano del Goias.La nonna si sarebbe allora subito precipitata a casa della nuora per portare via il piccolo il quale, a detta sua, si sarebbe sentito male dopo aver mangiato dalla ciotola; immediata la denuncia alla Polizia.Gli inquirenti stanno vagliando le prove e le testimonianze a loro disposizione per ricostruire al meglio quanto accaduto. (Continua dopo la foto)
A partire ovviamente dall’interrogatorio della madre del piccolo e di quello della zia, presente al momento in cui le immagini sono state registrate.
L’investigatore che si sta occupando del caso, Vicente Gravina, ha affermato che per le due potrebbero esserci gravi conseguenze penali.
L’avvocato della madre del bambino, Marcia Gabrielle Sampaio Carvalho, tende invece a minimizzare quanto accaduto, sostenendo che il piccolo è invece amorevolmente accudito entro le mura della sua casa. (Continua dopo la foto)
E che la colpa sarebbe da ricercare invece nell’esagerazione della nonna. Quest’ultima, che aveva accesso ad un gruppo familiare su “Watsapp”, avrebbe distorto i fatti in modo assolutamente irresponsabile, postando poi le immagini con un’accezione volutamente negativa.Gli inquirenti confermano di non essere a conoscenza del motivo per il quale le due donne incriminate abbiano deciso di girare il video mentre il piccolo mangiava da una ciotola per cani. (Continua dopo la foto)
Ma che abbiano comunque riferito che pensavano potesse trattarsi di una cosa divertente. Poche settimane fa era stato presentato un rapporto sulle violenze domestiche in Italia. Era emerso come il 60% e il 70% dei bambini di età compresa fra i 2 e i 14 anni avesse vissuto episodi del genere. “La violenza familiare – aveva sottolineato la senatrice Pd, Vanna Iori – è il dramma più diffuso e più sommerso. Anche perchè i bambini spesso tacciono per vergogna e per paura. Ma i segnali ci sono e possono essere raccolti dalla scuola e dagli insegnanti. Tra le problematiche più allarmati – ha continuato Iori – c’è l’abuso sessuale che nel 90% dei casi avviene in famiglia e le vittime sono prevalentemente bambine (78-85%). Questa forma di violenza sottrae ai bambini il diritto di conservare i ricordi di infanzia”.
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Ultima modifica il 09-10-2018 alle ore 15:52/