Ikea ‘choc’: bambino affetto da nanismo cacciato dall’area giochi


Essere emarginati da Ikea, in quella realtà dove tutto sembra possibile e tutto sembra perfetto. Ma non è affatto così. Il piccolo Ladd Crowder, 4 anni, affetto da nanismo, è stato mandato via dall’area adibita ai bimbi in un megastore Ikea per una ragione choc. Il bimbo, quando lo staff si è avvicinato a lui per allontanarlo, è rimasto senza parole: era triste perché avrebbe voluto essere trattato come un bambino normale e invece…
Il personale Ikea ha detto alla mamma del bimbo che il piccolo correva il rischio di annegare nella piscina delle palline. La mamma del bimbo, Whitney Crowder, è rimasta sconcertata dalla giustificazione del personale di Ikea. Ha assistito alla delusione del figlio con il quale già la vita non è stata proprio tenera… Sconcertata, in un’intervista a Metro, ha raccontato tutto: “È assurdo: le palline gli arrivano al petto: quella giustificazione non sta né in cielo né in terra”. Continua a leggere dopo la foto



Whitney, 32 anni, che di mestiere fa la commerciante, aveva portato il figlio adottivo Ladd e suo fratello Rollie, anche lui 4 anni, da Ikea a fare un po’ di shopping. Sapeva che i bambini, con tanti giochi a disposizione, si sarebbero divertiti e lei avrebbe potuto fare un po’ di acquisti. I bambini, come previsto, erano emozionatissimi e non vedevano l’ora di scatenarsi. Continua a leggere dopo la foto






Ma lo staff Ikea non li ha fatti entrare. Il personale ha specificato che Rollie sarebbe potuto entrare ma Ladd no. Perché, per giocare nell’area giochi, ci vuole un’altezza minima che Ladd non raggiunge. “Ma non è acqua, non annegherà tra le palline: sono giochi di plastica, può farcela” è la risposta ironica della madre quando lo staff Ikea le dice che il figlio non potrà giocare insieme agli altri. Continua a leggere dopo la foto



 


Lo staff Ikea continua a giustificarsi dicendo che loro hanno soltanto rispettato le regole del colosso svedese. La madre, per non ferire il figlio adottivo, ha dovuto dire ai suoi bimbi che l’area giochi stava per chiudere: non voleva umiliare Ladd. Ora la donna accusa Ikea di discriminazione contro il figlio Ladd affetto da nanismo. La risposta dei piani alti di Ikea arriva poco dopo: scuse a non finire, la possibilità di far giocare Ladd nell’area giochi (la prossima volta e in futuro) e un buono spesa…

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