La dipendenza da oppioidi era nota ma la morte per la giovane donna di 30 anni è arrivata improvvisamente e in modo inaspettato. Madelyn Ellen Linsenmeir, mamma trentenne single, originaria del Vermont, è morta dopo anni di dipendenza dalle droghe, nello specifico oppioidi: la famiglia le ha dedicato uno struggente necrologio, il quale ripercorre anche la sua storia, con lo scopo di dar forza a quanti si trovano a lottare a fianco di familiari o amici nelle stesse condizioni della povera Madelyn. Dall’infanzia trascorsa in Vermont all’amore per il canto: la famiglia ha ripercorso la storia della giovane andando a scovare il momento da cui la catastrofe ebbe inizio.
Come viene riportato anche nello struggente necrologico tutto risale a quando Madelyn aveva 16 anni: la famiglia si era appena trasferita in Florida per permetterle di frequentare una scuola dedicata alle arti. Fu durante una festa che la giovane provò per la prima volta l’ossicodone: “Così iniziò la sua relazione con gli oppioidi, la quale finì per dominare il resto della sua vita”, si legge nel necrologio. (Continua a leggere dopo la foto)
La famiglia ricorda la giovane mamma del Vermont: “Sebbene la sua morte sia stata inaspettata, Madelyn era dipendente dalla droga e per anni abbiamo temuto che questa dipendenza le sarebbe potuta costare la vita. Siamo grati per il fatto che, quando è morta, fosse al sicuro con la sua famiglia”, si legge nel necrologio. “È impossibile raccontare una persona in un necrologio, specialmente qualcuno la cui vita adulta è stata per la maggior parte definita dalle droghe. Per qualcuno, Maddie era semplicemente una tossica – quando si accorgevano della sua dipendenza, smettevano di vederla. E questo è stato un male per loro”. (Continua a leggere dopo la foto)
Secondo la famiglia della giovane vittima Maddie era: “Divertente, calorosa, senza paura, resiliente. Parlava e avrebbe potuto parlare con chiunque, quando eri con lei sentivi il bisogno di restarle accanto. In un sistema che sembra avere un rapporto difficile con la dipendenza, lei è diventata amica di poliziotti, operatori sociali, dottori, avvocati, i quali hanno creduto in lei fino alla fine. È stata amata come figlia, sorella, nipote, cugina, amica e madre ed essere stati amati da lei è stato un dono incredibile”. Peccato che la dipendenza l’abbia infine trascinata via: “Nel corso degli ultimi due anni – recita ancora il ricordo – la sua condizione l’ha trasportata in posti oscuri e questa oscurità si è richiusa su se stessa”. C’è stato un ultimo momento di lucidità, in estate: per dodici giorni è stata sobria, per “dodici meravigliosi giorni, pieni di nuotate e di film Disney e di cene di famiglia, credevamo come abbiamo sempre fatto che avrebbe superato il tutto e che avrebbe finalmente ottenuto la vita che meritava”. “Ci abbiamo creduto fino a quando ha esalato l’ultimo respiro – scrivono ancora i parenti -. Ma la sua dipendenza l’ha inseguita e l’ha portata via ancora una volta”. (Continua a leggere dopo la foto)
Il necrologio per la povera Madelyn Ellen Linsenmeir contiene anche un messaggio diretto a quanti faticano ad uscire da questo tunnel: “Se siete alle prese con la dipendenza, sappiate che ogni respiro è un nuovo inizio. Che centinaia di famiglie che hanno perso un caro in questo modo stanno pregando per voi. Sappiate che crediamo con tutti i nostri cuori che possiate farcela e che ce la farete. Non è mai troppo tardi”.
Leggi anche:
Ultima modifica il 23-10-2018 alle ore 17:51/