Aspetta la sua prima figlia, ha le doglie e va in ospedale. Quello che succede alla bimba è terribile


 

Appena si sono conosciuti hanno capito di essere fatti l’uno per l’altra. Così Maricel e Dennis Pardo hanno deciso di sposarsi e mettere su famiglia. Dopo diversi tentativi andati a vuoto, la coppia ha deciso di tentare con la fecondazione assistita, la 30enne è rimasta incinta e con il marito erano al colmo della gioia. Giunta alla trentottesima settimana la Prado si è recata in ospedale, avvertiva degli strani dolori ma lo staff medico ha detto che non era nulla di grave, ma il travaglio era iniziato. Il dolore peggiorava e così un’infermiera a provato a somministrarle un antidolorifico. “Mi ha chiesto se volevo la morfina e io ho risposto di sì, mi fidavo di lei”. La donna entrata in quella fase così delicata è stata lasciata a se stessa dallo staff, due ore dopo la sua bambina, Ysabell, è nata morta. “Mentre ero in ospedale in travaglio le ostetriche non monitoravano né me né la mia bambina, avrebbero dovuto farlo perché ero sotto morfina. Io pensavo: devo riporre la mia fiducia nello staff affinché si prenda cura di me e della mia piccola. Per noi è difficile venire a patti con il fatto che la morte di nostra figlia si sarebbe potuta evitare”. (continua dopo la foto)



Un’indagine successiva ha sottolineato diversi motivi che potrebbero aver contribuito alla morte di Ysabell, per esempio lo staff era sotto organico. Inoltre vi è stata mancanza di comunicazione. Nel frattempo il direttore delle clinica, Paul Mark, ha espresso le condoglianze alla famiglia, come si legge sul Daily Mail. Ci sono quindi state delle lacune nella valutazione dei rischi nella valutazione della Prado. “Questo quindi ha causato la perdita dell’opportunità di monitorare più da vicino la signora Prado e la sua bambina, anche se non si può dire con certezza se questo avrebbe cambiato il triste risultato”. Maricel ha poi deciso di condividere su Facebook un video mentre abbracciava disperata la figlia morta. (continua dopo le foto)








 


Condividendo la sua storia la donna sottolinea che niente riporterà indietro la sua bambina, ma spera che nessuno debba affrontare ciò che è accaduto a lei. “Ho cercato di essere forte ma dentro di me non ci riesco” ha ammesso. “Le scuse non rimetteranno a posto le cose – ha sottolineato la mamma – non riporterà indietro nostra figlia, ma individuando quelli che non riteniamo essere degli errori e lezioni dalla morte di nostra figlia, spero che vengano presi provvedimenti per migliorare le cure materne e assicurarsi che altri genitori non perdano un figlio come è accaduto a noi”.

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