Fa finta di scattare un selfie per mostrare ciò che succede alle sue spalle. Da non credere


Prima e probabilmente ultima puntata dalla rubrica più social e cool dell’estate. Quindi godetevela a pieno perché nonostante l’approvazione dell’uomo del monte un bis è improbabile come un successo del sequel dei Gemelli. Il nome è tutto un programma: “Cinghiali umani e dove trovarli”. Ben inteso, nessuna discriminazione verso i simpatici ungulati che hanno prestato volto e suoni a una nota ditta di pennelli, piuttosto il riferimento è alle loro abitudine nel rotolarsi allegramente nel terriccio.

Che se per loro è istinto, lotta contro i parassiti e ricerca di pregiate radici, per gli umani si traduce in maleducazione o in uno dei seguenti termini: cafonaggine, babbeaggine, stupidità e interismo. Il vincitore morale della disfida social che a confronto quella di Barletta è un ponch corretto al ballo della scuola, è una signora dall’età non meglio precisata che non trova di meglio da fare che inginocchiarsi su due cuscini di pane in cassetta al supermercato. Perché direte voi: la prima ipotesi è che fosse arriva inaspettatamente l’ora della preghiera e c’era bisogno di trovare una tappetino extra. Continua dopo la foto



La seconda è che la schiena fosse troppo dolente rendendo di fatto impossibile abbassarsi fino al livello zero della scaffalatura. La terza, una nuova formula antistress utile per prevenire i radicali liberi. Sul secondo gradino del podio, un’aitante signorina che prima sgranocchia noccioline sull’aereo e poi ne butta lo scarto in corridoio. Anche stavolta le opzioni sono 3. Continua dopo la foto






Lettera a, la ragazza veniva da una nuotata sul Gange e ha provato il bisogno di ricreare artificialmente alcuni esempi di pattume che galleggiano sul sacro fiume. B, in un’ epoca particolarmente dura per il lavoro genera impiego per gli spazzini del futuro. Lettera C, non so non rispondo. Sul terzo gradino ecco lei, l’influencer dal pollice verde, così amante delle piante che soffre vedendole chiuse dentro l’ala vivaistica di un museo e decide di distruggerle fermando la loro inutile sofferenza. Continua dopo la foto



 


Un gesto eclatante che per lei è valso circa 4 like e mezzo compreso quello della nonna fresca di adesione a Instagram. Per le piante, un requiem peraltro neppure cantato. Di storie ce ne sarebbero ancora molte e molto migliori di elefanti volanti. Ma il brodo a nostra disposizione è di sole 2400 battute e non c’è intenzione di proseguire. A presto.

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