Anna, senza braccia e gambe dopo diagnosi sbagliata: “Aiutatemi a comprare le protesi”


Anna Leonori è una mamma di Terni di 46 anni che a seguito di una diagnosi sbagliata è rimasta senza arti. Il suo calvario inizia nel 2014, quando i medici pensavano avesse un tumore alla vescica al quarto stadio infiltrante. Tumore che poi si è rivelato essere inesistente, perché l’esame istologico ha dato esito negativo, così le hanno esportato alcuni organi, tra cui anche l’utero e le ovaie.

Anna si è ritrovata anche una vescica artificiale che le ha provocato una serie di infezioni e dopo 3 anni, a maggio del 2017, accusa forti dolori addominali che sono il campanello di allarme di una grave setticemia. “Sono stata in coma per 80 giorni – ha raccontato al Corriere della Sera – è iniziata la necrosi agli arti e sono stata portata in ritardo al centro grandi ustionati di Cesena, dove mi hanno asportato tutti e quattro gli arti”. (Continua dopo la foto)



Anna ha trovato la forza di andare avanti grazie ai suoi due bambini di 9 e 13 anni e grazie all’incontro con Bebe Vio, la campionessa paralimpica di scherma. La 46enne è riuscita di nuovo a camminare con delle protesi, ma ha ancora i problemi con gli arti superiori perché le nuove braccia le impediscono di fare qualsiasi movimento ma le protesi di ultima generazione costano troppo. Dunque la decisione di lanciare un appello su Facebook, a cui già in tanti hanno risposto. (Continua dopo la foto)






“Avrei bisogno di protesi superiori di ultima generazione che l’Asl non fornisce – spiega Anna – Il preventivo è talmente alto che non credo riuscirò mai ad avere quella somma”. La cifra, aggiunge, si aggira intorno ai 90mila euro. “Ora non riesco a soffiarmi il naso – ha continuato -, a tenere un cucchiaio, ad appoggiarmi mentre scendo le scale. Con il mio braccio amputato invece mi trucco, uso il telefono e mi asciugo le lacrime”. (Continua dopo la foto)



 


Per Anna Leonori si sono già mobilitati i vigili urbani di Terni e i dipendenti della Treofan, oltre alla onlus I Pagliacci, del reparto di pediatria dell’ospedale di Terni. “Voglio ringraziare tutti coloro che hanno voluto dare un contributo e anche chi lo vorrà fare in futuro – ha concluso la 46enne -. Certo l’obiettivo è ambizioso ma non voglio perdere la speranza di poter prima o poi conquistare un minimo di autonomia. Grazie di cuore anche a chi mi dedica solo un pensiero”.

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