Ha 39 anni ed è italiano. Matteo, giovane eccellenza della chirurgia in Europa


Matteo Frasson, 39 anni, di Gallarate (Milano) lavora da otto anni all’Hospital Universitari i Politecnic di Valencia e nel 2016 ha ricevuto il premio come migliore pubblicazione in Spagna per una ricerca. La storia è stata raccontata dal Fatto Quotidiano, che ha intervistato il giovane medico italiano. Due giorni dopo la laurea specialistica in chirurgia Matteo e la moglie decidono di trasferirsi in Spagna.

“Venivamo dal freddo e grigio clima milanese – racconta – il fine settimana successivo stavamo sdraiati in spiaggia con 20 gradi e ci siamo detti ‘Da qui non ci muoviamo più’”. Era il 13 novembre del 2009: “Ho una memoria pessima, ma quella data me la ricordo come l’inizio di una nuova vita”. Dopo il premio Matteo Frasson è stato nominato Profesor Aosociado alla Universidad de Valencia: “Qui hai la possibilità di crescere”, spiega. (Continua a leggere dopo la foto)



Prima l’Università San Raffaele di Milano per il corso in Medicina. Nel 2006 è andato negli Stati Uniti e tre anni dopo è approdato in Sapgna: “La selezione era aperta a tutti i giovani chirurghi europei e si è basata su cv, colloquio e pubblicazioni”, racconta. In Spagna Matteo e sua moglie sono arrivati con l’obiettivo di restare un anno, fino alla conclusione della fellowship. Col tempo le cose sono cambiate: “Abbiamo capito che qui c’è aria, spazio, possibilità di fare carriera”. E così hanno deciso di mettere le radici a Valencia. Qui stanno crescendo anche i figli della coppia: “Passeggiamo al parco sotto casa, li metto al letto. Qui ho la possibilità di crescere i miei bimbi – aggiunge –. Di sera, poi, lavoro al pc su prospetti, paper e pubblicazioni”. (Continua a leggere dopo la foto)






Nel 2016 Matteo ha ricevuto il premio come migliore pubblicazione in Spagna per una ricerca ‘sui fattori di rischio di deiscenza anastomotica dopo resezione intestinale per tumore’. “Il tumore al colon è uno dei più frequenti nei Paesi occidentali – spiega il chirurgo italiano – quando operiamo togliamo un pezzo di colon e dobbiamo tornare a unirlo. Se non cicatrizza correttamente siamo di fronte ad una complicazione importante, che può portare alla morte del paziente nel 15% dei casi”. Insieme al suo gruppo di ricerca, così, Matteo ha analizzato un campione di 3mila pazienti in 50 differenti centri spagnoli. L’articolo è stato pubblicato su Annals of Surgery, la più importante rivista chirurgica al mondo. (Continua a leggere dopo la foto)



 


“In Italia, senza generalizzare, se uno vuole fare il chirurgo deve aspettare i 40 anni per entrare in sala operatoria – spiega Matteo al Fatto Quotidiano – Questa cosa ti tarpa le ali. All’estero, in Francia, Inghilterra e Spagna questo non esiste”. Quando è arrivato a Valencia, a 31 anni, Matteo è entrato in sala operatoria fin da subito: “Facevano di tutto per insegnarmi”, ricorda. “Sto costruendo la mia carriera e il mio lavoro qui. So che nel mio Paese non sarebbe possibile fare la stessa cosa – aggiunge –. Da noi c’è il primario che tende ad operare tutti: io stamattina sono entrato in sala operatoria e insieme al mio team ho assistito i miei tre pazienti”. Il ritorno in Italia? ”Non credo – ha risposto – ma non ditelo a mamma”.

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