Julia Chamber, di Hull, ha perso la cosa più preziosa che aveva: la figlia di due anni e mezzo. Era il 2008 quando la piccola Zoe è venuta a mancare, precisamente un anno dopo essere stata sottoposta a un intervento per il trapianto di cuore. Intervistata da Hull Live, Julia ha raccontato dell’ultimo anno, dolcissimo, passato con la figlia. “Abbiamo passato un anno meraviglioso e la gioia più grande per noi è stata vederla camminare dopo il trapianto di cuore – ha detto – era il giorno della festa della mamma e io non potrò mai dimenticare quel momento”.
Ma neanche il tempo di metabolizzare la gioia, che Zoe, per un rigetto dell’organo, è morta un anno dopo il trapianto lasciando tutta la famiglia senza parole. “Abbiamo festeggiato un anno di trapianto e due settimane dopo è morta, è morta tra le mie braccia”. Ora, per mantenere vivo il ricordo della sua bambina, ha creato un gruppo su Facebook per raccogliere fondi destinati ai trapianti. Continua a leggere dopo la foto
Poi Julie, nel momento di massimo dolore dopo la scomparsa della figlia, scopre la scultura The heart of steel, un’opera realizzata da Steve Mehdi che riporta i nomi di 20.000 persone morte a causa di problemi al cuore. “Quando ho saputo dell’esistenza di quella scultura ho desiderato che vi fosse inciso anche il nome di Zoe, così ho creato un gruppo per far sapere ad altre mamme dell’esistenza della scultura: tutte insieme siamo andate a vederla”. Continua a leggere dopo la foto
Le mamme – tutte di bambini morti per complicazioni cardiache a seguito di un trapianto – vanno tutte insieme. Diventano amiche, unite da quel dolore insopportabile che le accomuna. Se non lo erano già. Per esempio Yvonne, la mamma di Chris e Julie si sono conosciute in ospedale: i loro figli sono stati operati più o meno nello stesso periodo. Hanno condiviso tanto, anche le cose più dolorose. Nonostante ciò Julie ci tiene a ricordare quell’anno magnifico trascorso con la figlia. Continua a leggere dopo la foto
“È stato un anno meraviglioso – ha raccontato Julie – eravamo felici. Certo, quella felicità non c’è più, ma voglio pensare alla gioia che abbiamo provato l’anno del suo trapianto quando pensavamo che la gioia non sarebbe mai finita”. Sull’Heart of steel ora ci sono più di 22.000 nomi. “Questa scultura è una cosa fantastica perché permette alle famiglie di ricordare i loro ‘cuori’”. Una storia straziante. Tante, storie strazianti.
Ultima modifica il 11-04-2019 alle ore 08:50/